Pellegrinaggio in Terra Santa, con san Giuseppe

Pellegrinaggio dedicato ai papà, alle loro famiglie e a chiunque vuole imparare da Giuseppe ad avere un "cuore di padre"

8 giorni / 7 notti

Con cuore di padre: così Giuseppe ha amato Gesù, chiamato in tutti e quattro i Vangeli «il figlio di Giuseppe»

(Papa Francesco, Patris Corde).

Lo scorso dicembre è stato indetto un anno speciale dedicato a san Giuseppe. Durante la pandemia papa Francesco ha notato come molte persone si sono comportate come il padre di Gesù. Egli scrive: «Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità. Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti». Tutti possono trovare in san Giuseppe, l’uomo che passa inosservato, l’uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, un intercessore, un sostegno e una guida nei momenti di difficoltà. San Giuseppe ci ricorda che tutti coloro che stanno apparentemente nascosti o in “seconda linea” hanno un protagonismo senza pari nella storia della salvezza. A tutti loro va una parola di riconoscimento e di gratitudine». (Lettera apostolica Patris Corde).

Con questo spirito vogliamo invitarti a compiere un pellegrinaggio in Terra Santa, lasciandoci guidare e ispirare dalla figura e dall’esempio di san Giuseppe. La prima tappa è in Galilea. A Nazareth approfondiremo la sua conoscenza, la sua missione e il suo ruolo nei confronti di Maria e Gesù. Visiteremo alcuni luoghi dove la si è svolta la vita di Gesù e della sua famiglia: Cana, il Monte Tabor e Sefforis, antica capitale della Galilea e città natale dei genitori di Maria, Gioacchino e Anna.

Giuseppe è stato un esempio di lavoro e di insegnamento, che ha trasmesso a Gesù. Capiremo meglio questo aspetto trascorrendo una giornata al lago di Galilea. Visiteremo Cafarnao, dove Gesù abitò  dopo aver lasciato Nazareth; Tabga luogo della moltiplicazione dei pani e dei pesci e del Primato di Pietro, Magdala  città di origine di Maria Maddalena.

Ripercorreremo alcune ipotetiche tappe del viaggio che Giuseppe e Maria fecero per raggiungere Betlemme per il censimento. Entreremo in Samaria, proseguiremo per il villaggio di Burquin ove una piccola chiesa ortodossa ci ricorda il miracolo del 10 lebbrosi (Lc 17,11-19). Arriveremo a Sabastya e visiteremo  il sito archeologico e la tomba che la tradizione attribuisce a san Giovanni Battista. Proseguiremo per Nablus per visitare il Pozzo di Giacobbe, dove Gesù incontrò la samaritana.  Prima di raggiungere Betlemme faremo una sosta presso i resti della chiesa del Kathisma (Sosta di Maria) ove, come narrato nel Protovangelo di Giacomo, Maria si fermò prima di giungere a Betlemme.

A Betlemme visiteremo i luoghi della nascita di Gesù che sono anche  i luoghi in cui Giuseppe si prodiga per proteggere la sua famiglia dalla minaccia di Erode: la Basilica della Natività, la Grotta del Latte, il Campo dei Pastori.

Approfondiremo il ruolo di Giuseppe «come discendente di Davide (cfr Mt 1,16.20), dalla cui radice doveva germogliare Gesù secondo la promessa fatta a Davide dal profeta Natan (cfr 2 Sam 7), e come sposo di Maria di Nazaret, san Giuseppe è la cerniera che unisce l’Antico e il Nuovo Testamento» (Lettera apostolica Patris Corde). Per questo, ci fermeremo ad Ain Karem, luogo della Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta e  luogo della nascita di san Giovanni Battista. Presso l’ospedale di Hadassah visiteremo la sinagoga con le meravigliose vetrate di Chagall che raccontano i Dodici figli e le Tribù di Israele.

L’ultima tappa del nostro pellegrinaggio è Gerusalemme: «Nel nascondimento di Nazaret, alla scuola di Giuseppe, Gesù imparò a fare la volontà del Padre. Tale volontà divenne suo cibo quotidiano (cfr Gv 4,34). Anche nel momento più difficile della sua vita, vissuto nel Getsemani, preferì fare la volontà del Padre e non la propria e si fece «obbediente fino alla morte di croce» (Fil 2,8). Per questo, l’autore della Lettera agli Ebrei conclude che Gesù «imparò l’obbedienza da ciò che patì» (5,8)» (Lettera apostolica Patris Corde).

Ci inoltreremo nella città vecchia di Gerusalemme, nei suoi vicoli e quartieri: cristiano, musulmano, ebraico, armeno. In modo particolare visiteremo e ci soffermeremo a pregare sui luoghi santi, ancora oggi memoria viva del cammino di obbedienza di Gesù al Padre fino alla morte.


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